Dare Feedback Negativi

Oggi affrontiamo un tema classico della crescita personale e professionale: la capacità di dare feedback. Tra le domande che mi vengono rivolte più spesso, una è molto specifica: Rosario, come faccio a dare feedback negativi? La mia risposta è semplice e sempre uguale: i feedback negativi non esistono.

Per fare chiarezza, ci sono tre aspetti fondamentali da considerare per fornire un feedback che sia davvero utile.

Ecco da dove partire:

La relazione tra i due soggetti

Per prima cosa, è importante chiarire la relazione tra chi dà e chi riceve il feedback. Se sei il responsabile della persona alla quale devi darlo, il feedback fa parte del tuo ruolo e delle tue responsabilità.

La qualità della relazione in quel momento

Valuta la qualità attuale della relazione. Se il dialogo tra te e il collaboratore è limitato o ci sono segnali di sfiducia, potrebbe non essere il momento ideale per un feedback diretto. Ricorda che la qualità del rapporto incide sull’efficacia delle tue parole.

L’obiettivo del feedback

Ogni feedback dovrebbe avere un obiettivo chiaro. Chiediti: quale risultato voglio ottenere? Senza uno scopo esplicito, si rischia di creare incomprensioni e frustrazioni, piuttosto che stimolare miglioramento e crescita. Una domanda che ti aiuta a metterti nella postura giusta è: In che modo il mio feedback potrebbe influenzare questa persona?”

Esempio pratico:

Se sei responsabile di qualcuno, hai il dovere di dare feedback. Tuttavia, se la qualità della relazione è bassa, è improbabile che il feedback ottenga il risultato desiderato. Al contrario, quando il rapporto è solido, tutto diventa più semplice. 

Un suggerimento per superare eventuali ostacoli è prendersi un momento con la persona per affrontare apertamente queste difficoltà. Meriterebbe un articolo a parte, ma, in breve, ti consiglio di discutere in modo aperto delle difficoltà che riscontri nel costruire una relazione che possa portare beneficio a entrambi. Adotta una postura di curiosità, per capire davvero se ci sono stati momenti che hanno minato la qualità del rapporto.

Un’altra domanda importante da porsi è: perché voglio dare questo feedback? È per confermare un mio pregiudizio o per aiutare la persona a migliorare? 

I feedback negativi non esistono, e nemmeno quelli positivi; un feedback è un feedback. È basato sull’osservazione, è tempestivo e specifico, descrittivo e non giudicante. 

Quando osserviamo qualcosa di specifico, come una mancanza di chiarezza su una fase del progetto, ciò che facciamo è descrivere ciò che è accaduto e l’effetto che ha avuto. Ad esempio, dire ‘nella slide di presentazione delle tempistiche di progetto non hai citato la fase 5, e ho visto il cliente confuso’, è molto più utile di un commento generico. Allo stesso modo, notare un aspetto positivo, come aver chiesto chiarimenti a tutti in sala, valorizza l’approccio efficace.

Questo tipo di feedback, basato su osservazioni concrete e puntuali, è più utile per chi lo riceve, perché riduce l’ambiguità e rende l’informazione applicabile e non giudicante. La vera differenza non è tra ‘positivo’ e ‘negativo’, ma tra osservazioni precise che invitano all’azione e giudizi che invece rischiano di creare confusione o frustrazione.diventa necessario.

La ricetta per un buon feedback:

  1. Si basa su un’osservazione concreta
  2. È tempestivo e specifico
  3. È descrittivo e non giudicante.

Un cattivo esempio di feedback? “Bella presentazione, hai spaccato!”

Riflessione

Ora ti invito a fare un esercizio, pensa a un feedback che ti ha davvero aiutato, qualcosa che porti ancora oggi con te come un regalo. Chi era la persona che ti ha fatto questo ‘regalo’? Come definiresti la qualità della relazione in quel momento?

Dare un buon feedback significa prendersi cura del rapporto, avere un obiettivo chiaro e comunicare in modo efficace.

Approfondimento

Se vuoi approfondire ti suggerisco questo video sulla metodologia SBI (Situation-Behavior-Impact)

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