Quando si parla di crescita professionale, si ricorre spesso a paragoni con lo sport e l’allenamento fisico. E non è un caso: è una metafora che funziona. La parola “skill” si usa sia per le abilità sportive che per le competenze professionali.
Il problema: la motivazione ad allenarsi
Tuttavia, il problema che molti di noi affrontano è lo stesso degli sportivi non professionisti: seguire un piano di allenamento o affidarsi a un coach. Quante volte abbiamo comprato un libro che ritenevamo “fondamentale” per la nostra crescita professionale, solo per ritrovarlo, sei mesi dopo, ancora lì sulla mensola? In questo articolo voglio condividere alcuni trucchi presi dal mondo dello sport per aiutarti a seguire un programma di crescita senza abbandonarlo.
Su cosa mi alleno? Usa l’invidia come bussola
La prima domanda da porsi è: su cosa dovrei allenarmi? Se hai già le idee chiare, sei un passo avanti. Se invece non sei sicuro, prova a farti alcune domande. L’invidia può essere una bussola. Pensa all’ultima volta in cui hai provato un po’ di invidia per un collega o una persona che ammiri. L’invidia, se letta nel modo giusto, può rivelare ciò che desideri migliorare di te stesso. Invidi Mario per come parla in pubblico? O Giovanni per la sua calma sotto pressione? O magari ammiri Anna per la chiarezza con cui espone i concetti? Definire l’area in cui vuoi crescere è il primo passo.
Trova la tua “gara”
Una volta identificato su cosa allenarti, arriva il momento di metterti alla prova. Come nello sport, è fondamentale trovare la tua “competizione”. Quando ho iniziato a correre, mi ero posto l’obiettivo di completare una mezza maratona. Conoscendomi, sapevo che senza un obiettivo concreto non ce l’avrei fatta. Così, mi sono iscritto a una gara, ho pagato l’iscrizione e fatto i certificati. Ora, come possiamo applicare questo concetto nel lavoro? Trova una sfida concreta in cui esporre te stesso: proponiti per fare una presentazione a un cliente o organizza un webinar in cui parlerai a un pubblico. Esporsi crea una sana pressione che ti motiva a prepararti al meglio.
Allenarsi in “palestra” per evitare infortuni
Più ci esponiamo, più ci sentiamo obbligati ad allenarci. Ma è importante non correre troppi rischi. L’obiettivo deve essere sfidante ma sostenibile. Ad esempio, io sono appassionato di design visivo, ma non sono un grafico professionista. Ho trovato la mia “palestra” nell’associazione teatrale che frequento: quando serve una locandina, me ne occupo io. Non sarà mai un capolavoro alla Milton Glaser, ma è un modo reale e senza rischi per allenare una mia competenza. Trova anche tu il tuo piccolo progetto dove puoi esercitarti senza il timore di fare danni.
Trova il tuo coach
Non si può parlare di sport senza parlare di coach! Un coach può fare davvero la differenza. Attenzione, però: per me il coach non è necessariamente qualcuno che ne sa più di te. Può essere chiunque sappia osservarti e darti feedback. Potrebbe essere il tuo capo, ma anche un collega. A volte il coach può entrare in gioco solo nella fase finale, per osservare la tua performance e offrirti suggerimenti. Non deve essere per forza un esperto; spesso, un occhio esterno meno coinvolto può offrire feedback ancora più preziosi.
Ecco una sintesi:
- Trova un ambito su cui allenarti. Esempio: public speaking.
- Esporsi è fondamentale. Cerca opportunità per applicare ciò che impari: proponiti per una presentazione o organizza un webinar.
- Evita di esagerare. Fissa obiettivi realistici. Ad esempio, anziché fare tutta la presentazione, preparane solo una parte.
- Trova un coach. Può essere un amico, un collega o il tuo capo. L’importante è che ti dia feedback utili.