Cambiare Lavoro non è un Progetto, Crescere lo è

Nel mio ruolo, mi capita spesso di ricevere richieste come: “Vorrei cambiare lavoro”. Questo tema è diventato sempre più rilevante, specialmente in un contesto lavorativo in continua evoluzione, dove molte persone si trovano a riconsiderare le proprie scelte professionali e a cercare opportunità più gratificanti. Tuttavia, cerco sempre di spostare l’attenzione dal perché si vuole cambiare al cosa si desidera davvero.

Le ragioni per lasciare un lavoro sono spesso ricorrenti: “Non vado d’accordo con il mio capo”, “Non mi sento gratificato”, “Non trovo spazio per crescere”. Sebbene queste siano motivazioni valide, fermarsi solo a esse significa non affrontare la vera questione: cosa desideriamo realmente dalla nostra carriera?

Il vero progetto è la crescita

Cambiare lavoro non è una soluzione in sé. Se non lavoriamo sulla nostra crescita personale e professionale, rischiamo di riprodurre le stesse dinamiche nel nuovo contesto. È fondamentale fermarsi a comprendere le nostre vere aspirazioni, valori e competenze da sviluppare.

Quando il cambiamento è guidato dal desiderio di crescita, diventa un progetto consapevole che va oltre il semplice passaggio da un’azienda a un’altra. Ne abbiamo parlato già qui.

Quindi, come si inizia?

Nonostante la sua importanza, la retrospettiva è spesso trascurata. Un po’ come seguire una dieta sana, sappiamo tutti che dovremmo farla, ma spesso non ci riusciamo. Questo accade per vari motivi: la mancanza di tempo, la tendenza a seguire abitudini consolidate o, più profondamente, perché riflettere su ciò che è andato storto può essere stressante. Mettersi di fronte ai propri errori o esporli al team può risultare scomodo, ma è proprio qui che risiede il vero valore della retrospettiva.

Ecco tre mosse per aumentare la consapevolezza riguardo alla tua carriera:

  1. Individua ciò che ti piace del tuo ruolo attuale
    C’è sicuramente qualcosa che ti piace del tuo lavoro attuale. Qual è? Ad esempio, se lavori nel commerciale, potresti apprezzare il rapporto con i clienti; se sei nel marketing, potresti amare l’innovazione e la creatività.
  2. Identifica ciò che non sopporti del tuo ruolo
    Qual è la cosa che detesti di più del tuo lavoro? Ad esempio, se odi compilare file Excel ma ami il tuo lavoro nel marketing, questo è un segnale importante.
  3. Capisci cosa è imputabile al ruolo e cosa al contesto
    Delle cose che hai individuato, quali dipendono dal contesto e quali dal ruolo? Ad esempio, se sei un HR e ti piace il recruiting ma detesti la parte amministrativa, il problema è legato al ruolo, non al contesto. Diversa è la situazione in cui qualcuno ama tutte le fasi del proprio lavoro ma non si sente a proprio agio con l’ambiente o i colleghi; qui è il contesto a fare la differenza.

Se ti rendi conto che non provi più alcuna passione per il tuo ruolo, trovare il contesto giusto sarà ancora più difficile. A quel punto, il cambiamento diventa necessario.

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