Cosa differenzia in termini di sfide un manager del 2019 da un manager di oggi?
Rispetto a solo pochi anni fa, la gestione di un team ha subito profondi cambiamenti.
Eccone due fondamentali:
- Team ibrido Oggi è sempre più frequente avere un team distribuito geograficamente e, allo stesso tempo, lo stesso manager trascorre meno tempo in ufficio. Questo implica una serie di conseguenze in termini di ingaggio, clima aziendale, gestione dell’energia del team e difficoltà nell’osservazione diretta delle dinamiche di gruppo.
- Focalizzazione I manager sono costantemente “tirati per la giacca” su più fronti, con un numero crescente di riunioni dovute alla dispersione dei team. Di conseguenza, faticano a investire tempo sulla crescita delle persone. Anche i collaboratori soffrono dello stesso problema: troppa operatività, troppe urgenze, troppe distrazioni.
La mancanza di focus è uno dei grandi temi del nostro tempo. Siamo perennemente distratti e spesso pensiamo: mi servirebbe una giornata di 48 ore. Ma il problema non è il tempo.
La vera sfida: imparare a gestire se stessi
Quando un manager chiede aiuto in un percorso di coaching, la richiesta più frequente è: voglio imparare a gestire il tempo. A questo punto, propongo spesso un semplice esercizio: monitorare per una settimana le attività quotidiane, annotando il tempo impiegato e il valore che ciascuna attività ha portato al team e agli obiettivi strategici. Questo porta a una maggiore consapevolezza su cosa davvero meriti attenzione e su cosa possa essere delegato o eliminato. La mia risposta è sempre la stessa: il tempo non si può gestire, si può solo imparare a gestire se stessi.
Spesso siamo in balia delle nostre emozioni e della paura di sbagliare. Facciamo attività superflue solo per evitare brutte figure, quando invece dovremmo imparare a dare priorità, delegare e, in certi casi, dire no.
Il ruolo del manager nel 2025: chiarezza e focus
Un manager contemporaneo nel 2025 ha un compito fondamentale: restituire chiarezza e focus al team. Come? Attraverso una semplice, ma potente abitudine: analizzare e misurare.
Gli strumenti sono già a disposizione e non serve nulla di complesso. Alcuni esempi pratici? Strumenti di gestione delle attività come Trello o Asana per mantenere la chiarezza sulle priorità, tecniche come la Matrice di Eisenhower per distinguere tra urgente e importante, e momenti di revisione settimanale per allineare il team sugli obiettivi.
Un esempio concreto? A fine settimana, riunire il team e porsi due semplici domande:
- Cosa è andato bene?
- Cosa si può migliorare?
Stop.
Imparare a riflettere e ragionare su quello che è stato è la via più immediata al miglioramento. Il manager del 2025 non deve perdersi nei dettagli, ma riportare il team al centro delle priorità, aiutandolo a ritrovare la direzione tra il rumore delle distrazioni quotidiane.